Sociologia

 LA DIMENSIONE POLITICA DELLA SOCIETA

LA POLITICA E LO STATO

Nel mondo moderno le istituzioni politiche coincidono quasi universalmente con apparati allo stato, quindi lo stato è il titolare legittimo del diritto di fare le leggi e anche l' unico soggetto sociale capace, una volta promulgata una legge, di farla rispettare. In teoria, chiunque potrebbe emanare delle proprie leggi. Nessuno ha il potere fisico, nè l' autorità, per imporre agli altri cittadini determinati comportamenti. Lo stato è un organizzazione sociale. Esso non coincide con la società nel suo complesso , con la totalità dell' organismo di cui le organizzazioni fanno parte, ma è soltanto una delle tante organizzazioni di cui la società è composta. Lo stato quindi è quell' organizzazione attraverso cui, nella società moderna, viene istituzionalizzato il potere politico. Attraverso lo stato la società disciplina l' esercizio del potere istituzionalizzandolo, cioè sottomettendolo a regole di validità generale. Si potrebbe anche dire che lo Stato  è la burocratizzazione del potere politico. Una simile burocratizzazione del potere è un modo per garantire la società dagli eccessi distruttivi che esso può manifestare quando si trova concentrato nelle mani di pochi individui in virtù non della posizione da essi occupata, ma del loro carisma personale.

 LA SOCIETA CIVILE E IL POTERE POLITICO

 In sociologia si usa sempre più frequentemente il concetto di società civile per indicare l' insieme di tutti quei soggetti sociali che svolgono un ruolo attivo nel porre, affrontare o risolvere questioni di rilevanza collettiva, e che tuttavia non appartengono alla sfera delle istituzioni politiche in senso stretto. La società civile però non si sostituisce nè può sostituirsi allo Stato, che è un aspetto ineliminabile delle nazioni moderne. Anzi, essa stessa per poter esistere necessita di un ordine istituzionale che dia un indirizzo e ponga un freno alle spinte contrapposte dei diversi gruppi sociali che premono per dare sbocco alle proprie inclinazioni e soddisfare i propri interessi. Sia nella sua dimensione "istituzionale", sia nella dimensione "civile", la politica è la sfera di tutte quelle azioni, quei fenomeni, quelle istituzioni il cui scopo finale consiste nel governare i comportamenti e gli atteggiamenti collettivi, nel risolvere i conflitti che di volta in volta si manifestano, nel gestire una parte delle risorse che la società produce.

L' ETA D'ORO DEL WELFARE

Il modello di Welfare tracciato dal Rapporto Beveridge si diffuse ben presto, anche se con forme e modalità differenti, negli altri principali Paesi europei. Di fatto lo Stato sociale può essere considerato un' invenzione del nostro continente, tanto che è ritenuto una componente essenziale della società europea non solo da un punto di vista istituzionale, ma anche culturale. Il periodo compreso fra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta del Novecento è unanimemente considerato "l' età d'oro"del Welfare. In un' epoca di sviluppo economico prodigioso, l' intervento protettivo dello Stato si è infatti integrato perfettamente con l' evoluzione positiva della produzione, dei consumi, del tenore di vita. Questo incremento significativo dei consumi e del tenore di vita divenne il punto di riferimento per un parallelo incremento della qualità e dell' estensione dei servizi e delle prestazioni offerti dallo Stato sociale. La produzione di ricchezza creò inoltre enormi risorse fiscali che consentirono il finanziamento del Welfare attraverso ingenti capitali, inimmaginabili prima della guerra. Durante questa "età d' oro" furono attuate le principali politiche sociali in campo previdenziale, assisteziale e sanitario e il Welfare divenne per tutti una componente quotidiana dell'esistenza, connessa al lavoro, allo studio, alla malattia, alla vita famigliare. Esso si impose al punto di divenire uno dei fatti più importanti della nostra epoca.

 

 


 

 

 


 

 LA CRISI DEL WELFARE STATE 

A partire dalla metà degli anni Settanta, e soprattutto negli anni Ottanta e Novanta, il Welfare State è entrato in una fase di crisi piuttosto acuta; in tutti i paesi è in atto un processo di riorganizzazione e, in alcuni casi, di ridimensionamento della spesa per le politiche sociali. Le ragioni di tale crisi sono molteplici e di vario tipo: 

- c'è una crisi di ordine finanziario, in quanto la previdenza, l' assistenza sociale e l' assistenza sanitaria cominciano a costare troppo

-c'è una crisi di organizzazione , cioè previdenza, assistenza e sanità non riescono a garantire servizi soddisfacenti per i cittadini

-c'è una crisi di legittimità. Non solo le politiche sociali hanno costi superiori alle risorse effettivamente disponibili, ma l' opinione pubblica comincia a ritenere che, anche se le risorse fossero sufficienti, non sarebbe opportuno impiegarle nel sistema del Welfare, ma per interventi di altro tipo, come la sicurezza pubblica o lo sviluppo economico

La crisi del Welfare State è stata causata anzitutto da un problema molto semplice: una società non ha sempre le risorse necessarie per garantire ai suoi membri una protezione sociale estesa e capillare, ma può farlo solo quando gli individui in stato di bisogno sono sufficientemente pochi in proporzione alla ricchezza che la società è in grado di produrre. Per comprendere questo aspetto si pensi ad un fenomeno che ha avuto notevoli ripercussioni economiche sul Welfare negli ultimi anni, ovvero l' invecchiamento demografico: l' invecchiamento demografico è quel fenomeno per cui aumenta la percentuale di persone anziane sul totale della popolazione nazionale. Esso è l' effetto congiunto della diminuzione del tasso di mortalità e di quello di natalità, per cui nei Paesi più sviluppati si vive sempre più a lungo e nascono sempre meno bambini. L' aumento degli anziani però comporta una crescita del numero di cittadini che sono bisognosi di qualche forma di intervento statale, dalla pensione agli ospedali, dai farmaci all' assistenza domiciliare. Parallelamente il costo di tutto ciò deve essere sostenuto da una quota di lavoratori attivi che, in percentuale sul totale della popolazione, tende progressivamente a diminuire, anche in conseguenza del fatto che i giovani ritardano sempre più il loro ingresso nel mondo del lavoro 

 


 

 

 

 



 

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