Antropologia

 

SIMBOLI, RITI E CREDENZE

CHE COS'E' LA RELIGIONE

La parola religione possiede per noi un significato scontato. Essa indica, da un lato, un insieme di "credenze" che si fondano su dogmi (la verità della fede, indiscutibili) e, dall' altro, riti, cerimonie e liturgie che hanno lo scopo di avvicinare i fedeli a esseri soprannaturali o spirituali:a un unico Dio, se si tratta di una religione monoteista, oppure a tanti dei, se si tratta di una religione politeista. E non solo, perchè in molte società e culture il comportamento religioso riguarda anche santi, profeti, antenati e spiriti della natura. Inoltre, parlando di religione, noi pensiamo che dogmi e riti siano sempre insegnati e coordinati da "specialisti" come i sacerdoti. Infine, riteniamo che la religione abbia un luogo privilegiato in cui viene praticata: i templi. Se spostiamo l' attenzione dagli aspetti formali e istituzionali della religione (le credenze, i riti, gli dei, le organizzazzioni ecc.) a quelli motivazionali (che cosa spinge gli uomini a credere, a compiere certi riti ecc.) avremo forse la possibilità di avere una visione più unitaria del fenomeno e di cogliere cosi la natura dell' "esperienza religiosa". In linea generale una religione potrebbe essere definita come un complesso di pratiche (riti) e credenze che riguardano i fini ultimi e di cui si fa garante una forza superiore all' essere umano, spesso attraverso i suoi rappresentanti terreni. Questa definizione tocca due dimensioni: quella del significato e quella del potere. La dimensione del significato sta proprio nei valori che esprimono i "fini ultimi" e le "preoccupazioni estreme" di una società. La dimensione del potere risiede invece nell' idea che vi sia qualcuno che ha l' autorità incondizionata di sanzionare tali valori: o una forza extra-umana (per esempio una divinità) o i suoi rappresentanti e interpreti umani (per esempio i sacerdoti). 


I SIMBOLI SACRI 

Fondamentale e universale risuta, per il modo in cui gli individui si accostano alla propria religione, l' uso di samboli sacri. Alla base di ogni religione vi sono alcuni simboli "speciali" che rinviano ai valori fondamentali e ultimi di una visione religiosa: per esempio la Torah per gli ebrei, la croce per i cristiani, la Ka'ba per i musulmani. Tutti questi simboli rimandano a una qualche "verità ultima" per coloro che li riconoscono come "sacri"è una nozione centrale del pensiero religioso. Emile Durkheim defini le cose sacre come "separate" da quelle profane e "vietate" a chi non è "consacrato", cioè posto in uno stato tale da poter accedere ad esse. Secondo Durkheim le cose sacre sono quelle che suscitano rispetto e timore reverenziale negli esseri umani, al punto da essere concepite come "pericolose"per chiunque le avvicini senza essersi posto preventivamente nella condizione appropriata per farlo. 

 

 

 

 

 


 


I RITI DELLA RELIGIONE 

Un rito può essere inteso come un complesso di azioni (parole, gesti) la cui sequenza è prestabilita da una formula fissa. Alcune azioni rituali sono costituite da sequenze di gesti e parole che seguono un modello, uno schema riconosciuto come il Venerdi Santo per i cristiani e 'id al-kabir ("festa grande") per i musulmani. Questi esempi contengono sequenze di azioni (e di parole) mediante cui sono richiamati dei concetti, dei valori, delle "verità" che, proprio perche evocati all' interno di queste sequenze fisse, rivelano ai partecipanti il loro carattere sacro. Infatti i riti suscitano, in chi vi prende parte, emozioni collettive e personali che hanno un ruolo importante nel trasmettere la visione del mondo, i valori, le credenze di una religione. 









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